ORSO. ASSOCIAZIONI A ZINGARETTI: NO DOPPIETTE VICINANZE PARCO LAZIO ABRUZZO MOLISE
CANCELLARE NORMA ILLEGITTIMA L. REGIONALE 1/2020, VIA CACCIATORI NON RESIDENTI
Cancellare dalla legge regionale 1 del 2020 la norma che prevede, illegittimamente, la possibilita’ di far sparare nelle aree esterne del versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio Molise anche i cacciatori non residenti nei comuni del parco e delle aree contigue , che mette in serio pericolo gli orsi marsicani, gia’ sull’orlo della definitiva estinzione. Identificare finalmente dopo quasi trent’anni le aree contigue del Lazio.
Queste le principali richieste delle Associazioni Enpa, LAC , Lav, Lipu e Wwf Italia al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“Ricordiamo al presidente Zingaretti che si tratta di una norma incostituzionale, in quanto viola la legge 394/91 sulle aree protette che concede l’attivita’ venatoria nelle aree contigue ai Parchi solamente ai residenti . Una vera e propria dichiarazione di guerra alla fauna selvatica e all’orso bruno marsicano a causa dell’enorme aumento della pressione venatoria che ne conseguirebbe. È lo stesso principio di area contigua, la zona cuscinetto preziosa per la biodiversita’, ad essere spazzato via.
Avevamo chiesto al governo di impugnare questa parte della legge 1/2020. Appreso che la Regione Lazio si era impegnata a farlo, ma a tutt’oggi cio’ non e’ ancora avvenuto“.
Le Associazioni si rivolgono quindi a Nicola Zingaretti: “Caro Presidente, cancelli la norma! Come puo’ conciliarsi questa misura, illegittima, di vecchio stampo filovenatorio e di tanto impatto ambientale con i solenni pronunciamenti e impegni, anche in sede europea, di politica green?
Sappiamo che anche buona parte del mondo della caccia teme le ricadute, assolutamente
negative, presso l’opinione pubblica. Abbiamo trascorso un’estate di fuoco per contrastare la crociata contro gli orsi condotta dalla Provincia Autonoma di Trento all’insegna di abbattimenti,
captivazione a vita, deportazioni. Oggi ci aspettiamo una politica per la biodiversita’ del tutto diversa. A cominciare dall’identificazione delle aree contigue che il Lazio deve individuare dal lontano 1991: un ritardo ormai ingiustificabile“.