Condannate a morte dal centrodestra di Cirio altre 7 specie cacciabili
Il Consiglio Regionale del Piemonte nel pomeriggio del 30 giugno ha concluso l’esame degli articoli dal 16 al 27 del DDL 83/2020 riguardanti l’allargamento dell’attività venatoria proposto dalla Giunta di centrodestra.
Ancora una volta la politica di palazzo ha anteposto gli interessi di una minoranza armata agli interessi collettivi ignorando invece le ragioni di tutela della fauna selvatica. La maggioranza del Presidente Cirio (Lega – Fratelli d’Italia – Forza Italia) ha votato compatta l’aumento di ben 7 specie cacciabili, alcune di pochi grammi e in declino come l’allodola e altre in difficoltà in tutta Europa e in Italia. Sono state aggiunte alla lista delle specie condannate a morte: allodola, fischione,codone, folaga, canapiglia, marzaiola, pernice bianca.
AUMENTO DELLE SPECIE CACCIABILI
Allodola (Alauda arvensis)
Attualmente classificata come in declino in Unione Europea, con status di
conservazione sfavorevole a livello continentale (la popolazione europea si è ridotta
del 50% negli ultimi vent’anni). Anche la popolazione italiana è in consistente calo,
mentre la nidificazione nella Regione Piemonte si è dimezzata dall’inizio del secolo.
Fischione (Anas penelope)
La caccia appare in grado di modificare sensibilmente presenza, abbondanza e
abitudini della specie, che risulta tutt’altro che abbondante nella nostra Regione.
Canapiglia (Anas strepera)
Specie molto rara e localizzata come nidificante e risulta piuttosto difficile stabilire il
reale trend demografico della specie. Classificata in declino in tutta Europa.
Codone (Anas acuta)
Attualmente classificata in declino in Europa.
Folaga (Fulica atra)
Specie classificata in declino anche questa.
Marzaiola (Anas querquedula)
Attualmente classificabile come vulnerabile, avente status di conservazione
sfavorevole anche a livello continentale
Pernice bianca (Lagopusmutus)
La pernice bianca presenta problemi relativi alla sottospecie helveticus (quella diffusa
in Piemonte), che mostra un evidente declino in numerose province italiane ed è
pertanto da considerarsi, nel nostro Paese, in elevate condizioni di rischio, con una
riduzione del numero degli individui che sfiora il 50% a partire dall’anno 2000.
Tra le altre norme approvate vi è:
AUMENTO DELLE GIORNATE DI CACCIA
l’abolizione del divieto di caccia le domeniche di settembre.
INCREMENTO DEL TURISMO VENATORIO
con l’abrogazione dei limiti di ingresso per i cacciatori provenienti da altre regioni e perdita del legame cacciatore-territorio.
La Regione Piemonte merita un turismo differente da quello venatorio!
NESSUNA POSSIBILITÀ PER I PROPRIETARI DEI FONDI DI OTTENERE
IL DIVIETO DI CACCIA. LA PRESA IN GIRO!
Particolarmente grave è la sostituzione dell’art.6, comma 7 della L.R. n. 5/2018 che
consentiva ai proprietari dei fondi chiedere il divieto di caccia sui propri terreni per
motivate ragioni. L’interesse dei cacciatori ha prevalso su quello di agriturismi,
fattorie didattiche, gestori di aree naturali con presenze turistiche, ecc..
La modifica approvata suona come una presa in giro: la domanda per richiedere il
divieto di caccia per i proprietari dei fondi compromessi dalla caccia ora sarà
possibile presentarla solo entro il trentesimo giorno dalla pubblicazione del Piano
Faunistico Venatorio Regionale. Peccato che il Piano faunistico venatorio Regionale previsto dal 1992 non è mai stato approvato e probabilmente non lo sarà mai.
Le forze di opposizione (PD, M5S, Moderati, Monviso, LEU) hanno presentato migliaia di emendamenti e costretto la maggioranza a ridurre le iniziali pretese, tuttavia le votazioni di oggi hanno segnato una giornata nera per l’ambiente naturale della nostra regione.
Il Tavolo Animali & Ambiente si ripromette di tenere viva tra i cittadini la memoria
di questa giornata funesta invitando quanti amano la natura a togliere ogni sostegno a
coloro che gli animali selvatici li preferiscono morti anziché vivi.
Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Roberto Piana
LAC Piemonte