Ponza – antibracconaggio 2023
Diario della prima settimana di campo antibracconaggio LAC anno 2023
Decenni di attività di vigilanza, denunce e pressioni politiche non bastano per poter scrivere la parola fine al fondo della triste pagina del bracconaggio.
Quasi mai e di certo non nell’isola di Ponza, storico teatro di attività, anche in questi giorni, dei volontari della LAC.
In questo angolo di Tirreno fondamentale come stazione di sosta per una miriade di piccoli uccelli migratori di ritorno dall’Africa, dagli stiaccini alle tortore comuni che comuni non sono più, nella prima settimana del nostro ennesimo campo abbiamo verificato che i criminali del fucile e delle trappole non mollano mai la presa.
Il dato più eclatante è stato rappresentato dal ritrovamento, in sei diversi siti e nell’arco di una sola settimana, di poco meno di 1.200 munizioni da caccia di diverso calibro, da quelle adatte all’abbattimento degli uccelli più piccoli a quelle utili per centrare specie di maggiori dimensioni e sempre più rare, come appunto la tortora comune.
Erano la scorta dei bracconieri impegnati in una caccia primaverile che continua, come dimostrato dal ritrovamento anche di numerosi siti di sparo temporanei: piccoli e quasi invisibili varchi aperti nella vegetazione utili per qualche giorno e destinati poi a scomparire con la semplice ricrescita delle piante e riconoscibili anche per la presenza di abbondanti bossoli abbandonati destinati a moltiplicare, deteriorandosi, la massa di microplastiche che fluttuano nel mare.
Abbiamo scoperto scorte di munizioni, bossoli abbandonati e piazzole per il tiro a volo un po’ in tutta l’isola, provvedendo naturalmente a consegnare alle forze di polizia le prime,
mentre durante la nostra attività di perlustrazione e vigilanza, diurna e notturna, osservavamo l’arrivo di contingenti di piccoli uccelli protetti stremati da un viaggio pazzesco in mare aperto.
Non pochi volatori di lungo raggio li abbiamo purtroppo rinvenuti morti, stroncati da una fatica che per molti altri compagni di viaggio si interrompe a Ponza non con il cibo e il riposo necessari per ripartire, ma con una fucilata, una rete, una mini tagliola o una schiaccia.
Sì, anche le schiacce, trappole oscene che potete vedere nelle immagini a corredo di queste righe, fanno parte dell’arsenale dei simpatici e soprattutto sportivi cacciatori ponzesi. Oltre alle reti, naturalmente.
Perfettamente consapevoli della nostra presenza, gli uccellatori isolani agiscono in queste settimane solo nelle pochissime ore in cui il campo è libero, seguendo i nostri movimenti grazie a una rete di sentinelle e trappolando o sparando con una tecnica mordi e fuggi che non passa comunque inosservata: lavorando continuamente sul campo abbiamo trovato due siti in cui le reti, come testimoniato dal ritrovamento di pertiche di bambù, sono state tranquillamente utilizzate. In un caso ancora più vigliaccamente, piazzando i tramagli accanto a una piccola pozza d’acqua più preziosa dell’oro per i migratori assetati dopo centinaia di chilometri di volo sul mare.
Anche questi nascondigli sono stati scoperti dai nostri volontari grazie a una minuziosa attività di ricerca; la stessa che ci ha consentito di scoprire in zaini nascosti nella vegetazione, in secchi di plastica ricoperti di paglia, in borse piazzate in grotte e anfratti le centinaia di munizioni citate in apertura.
Non abbiamo purtroppo potuto passare al setaccio alcune piccole grotte chiuse da porte sbarrate che riteniamo essere il nascondiglio dei fucili usati dagli sparatori di primavera, e che abbiamo georeferenziato girando le relative segnalazioni ai carabinieri.
Quello in atto in questi giorni è una sorta di gioco a nascondino, e se le catture e gli abbattimenti illegali di avifauna protetta non si interrompono del tutto, è certo che il nostro lavoro riduce enormemente il danno potenziale consentendo a un esercito di splendidi, colorati trasvolatori di arrivare a destinazione nelle zone di nidificazione.
Il nostro campo a Ponza continua; fino a quando la migrazione primaverile non si sarà esaurita.
Ringraziamo tutti i volontari del nostro campo antibracconaggio: il loro difficoltoso lavoro è ricompensato dal grande numero e dalle specie salvate grazie al loro infaticabile operato.
1 Comments
Olimpia
In tutto ciò è assurdo che tale attività di monitoraggio venga demandata completamente al volontariato e alle associazioni e che non venga portata avanti capillarmente e assiduamente dalle forze di polizia. C’è una responsabilità enorme dello Stato in questo senso.
Comments are closed.