NUOVA OASI DI PROTEZIONE A PINEROLO

L’istituzione di una nuova oasi di protezione in località Costagrande di Pinerolo (TO) ha risolto definitivamente la situazione di conflitto che si trascinava da tempo, fatta di litigi tra abitanti e cacciatori e di ricorsi tra l’Amministrazione comunale e la FIdC, Federazione italiana della caccia.

Ricapitoliamo la storia, già narrata nei dettagli su un precedente numero de Lo Strillozzo n.1/2023: data la ristrettezza delle aree in cui la caccia era consentita in tale zona, in mezzo ad abitazioni sparse in un contesto ambientale pre-montano, nel 2021 il Sindaco di Pinerolo emetteva un’ordinanza di divieto di caccia per la tutela della pubblica incolumità, reiterata poi l’anno successivo. La Federazione italiana della caccia proponeva ricorsi al TAR del Piemonte contro entrambe le ordinanze, ottenendo un tardivo respingimento per la prima ordinanza, nel frattempo decaduta, e l’ accoglimento de ricorso contro la seconda, invece vigente all’epoca del pronunciamento del tribunale. La bocciatura della seconda ordinanza era motivata dal fatto che il TAR non riconosceva, nella sua reiterazione, le prerogative di contingibilità ed urgenza, pur ammettendo la sussistenza delle effettive condizioni di pericolo per le quali era stata emessa.

Il Sindaco proponeva quindi ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR, il quale riformava l’annullamento del TAR e riassegnava vigenza alla seconda ordinanza.

Ne ricaviamo quindi che i Sindaci possono legittimamente emettere ordinanze contingibili ed urgenti di divieto di caccia, in una zone circoscritta ed in presenza di comprovate ragioni, ma anche che tale strumento non può essere uno strumento ordinario reiterato a tempo indeterminato, essendo in carico alla Città metropolitane ed alle Province la gestione del territorio ai finivenatori, compresa l’istituzione di zone permanenti di divieto di caccia.

Pertanto, preziosa ed opportuna era stata l’iniziativa del Sindaco il quale, contestualmente all’emissione della prima ordinanza, aveva effettuato anche formale richiesta alla Regione Piemonte di istituzione del divieto di caccia sull’area sottratta alla caccia mediante l’ordinanza.

Ad aprile 2023, la Regione rispondeva  demandando la valutazione alla Città Metropolitana di Torino la quale, con Delibera del Consiglio Metropolitano nel mese di luglio scorso istituiva finalmente l’Oasi di protezione. Lo strumento utilizzato dalla Città metropolitana è stata la modifica del Piano faunistico venatorio “provinciale”, senza alcun ostacolo in quanto attualmente il territorio protetto, in pianura, nella Provincia di Torino, è solo il 23% (e sappiamo che deve essere ricompreso tra il 20 e il 30%).

Questa è la narrazione di un indubbio successo, anche se la soddisfazione è mortificata dal fatto che la superficie dell’oasi è di soli 70 ettari, cioè solo circa un quarto della zona inibita alla caccia dalle ordinanze sindacali: le ragioni di tale drastica riduzione presumiamo siano esclusivamente politiche.

Ciò detto per correttezza, resta comunque una piccola ma importante vittoria che può essere di esempio per replica in altre analoghe circostanze.

 

Davide Pistone
Delegato 
Responsabile Sezione di Pinerolo

L.A.C. – Lega per l’Abolizione della Caccia 

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