Caccia sui valichi in Lombardia:
il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Regione Lombardia e delle associazioni venatorie
L’ennesima buffonata decisa dai vertici di Regione Lombardia per tutelare la sola minoranza ricca dei cacciatori si è rivelata l’ennesimo spreco di denaro pubblico.
Questo è successo anche grazie a dirigenti regionali ormai proni al servilismo delle frange venatorie più estremiste. Evidentemente a Milano proprio non riescono a capacitarsi di essere privati della possibilità di violare leggi e sentenze.
La Regione Lombardia infatti, affiancata da tutte le associazioni venatorie presenti sul territorio lombardo, ha presentato al Consiglio di Stato una richiesta di sospensiva della recente sentenza del Tar Lombardia (n 482-2024) che ha esautorato la Regione e l’ha obbligata ad affidare a un soggetto terzo l’istituzione dei valichi interessati dalla migrazione degli uccelli, come stabilito da 32 anni dalla legge nazionale n.157, legge che il Pirellone ha sistematicamente ignorato e aggirato per decenni.
La sentenza del Tar era stata l’ennesima di una battaglia appunto trentennale che la Lega per l’abolizione della caccia sostiene perché la protezione dei valichi dalla caccia venga finalmente attuata, e oggi, il Consiglio di Stato con un’ Ordinanza ha respinto la richiesta di sospensiva presentata appunto da Palazzo Lombardia col sostegno di sette associazioni venatorie.
Ad oggi infatti, i più importanti valichi, ovvero quei “colli di bottiglia”, corridoi di migrazione dell’avifauna, sono teatro di massacro di uccelli ad opera delle doppiette.
La LAC ha sostenuto nuovamente le ragioni del diritto e della natura rappresentata ancora una volta dal solo avvocato Claudio Linzola, e le argomentazioni della truppa di legali dell’ente pubblico e dei cacciatori, compresa la ridicola necessità di dover cacciare proprio sui valichi – dove nessuno li ha forse mai visti – i cinghiali potenziali portatori della peste suina africana, sono fallite miseramente.
Sarà la volta buona? Non lo crediamo, perché la Regione è già intenta anche quest’anno a portare avanti una sanatoria dei richiami vivi, a riaprire illegalmente gli impianti di cattura degli uccelli da richiamo (roccoli) e a consentire nuovamente la caccia a specie protette in tutta Europa (deroghe).