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E’ senza dubbio l’eleganza la dote migliore dei cacciator-bracconieri.
Non solo, naturalmente, di quelli bresciani.
Poi va anche detto che se si devono difendere imparano in fretta, facendo propri i metodi mafiosi. Quegli stessi metodi che qualcuno utilizza da anni in Valcamonica, e non solo, per sottolineare il peso del “clan” quando qualcuno si permette di violare le regole.
Così, ciò che resta dopo la macellazione di una femmina di capriolo appesa a un cancello è insieme un avvertimento e un gesto di scherno nei confronti delle forze di polizia ambientale.
Un avvertimento verso chi si permette di testimoniare contro i bracconieri, e uno scherno verso chi – la polizia provinciale di Brescia in questo caso – si prende il lusso di denunciare ben cinque piccoli mafiosi con licenza di caccia che nei giorni scorsi avevano abbattuto proprio due caprioli, ammazzandoli tra l’altro con scariche di pallettoni, non con proiettili a palla singola moltiplicando così la loro sofferenza.