Demolizione di alcuni appostamenti fissi di caccia in Provincia di Brescia.
Brescia – Capanni abusivi demoliti
C’è voluto un po’ di tempo, ma qualche risultato positivo è giunto e aumenta il numero di animali, in questo caso avifauna, salvi grazie alle nostre azioni:
Alcuni appostamenti fissi di caccia evidentemente privi di autorizzazione sono stati demoliti negli ultimi tempi in Provincia di Brescia nei territori comunali di Salò (in località Costa, Piazzola Cannoni e Rucculi) e di Bagolino (in località Dosso Alto).
Uno di questi capanni di caccia, situato nella località boscosa di Rucculi, in Comune di Salò, era stato oggetto di una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inviata (3 giugno 2022) dalle associazioni ambientaliste LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG).
Erano stati coinvolti il Ministero della Cultura, il Comune di Salò, l’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia, la Soprintendenza bresciana per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, i Carabinieri Forestali, informata per opportuna conoscenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia.
Il Comune di Salò aveva comunicato (24 giugno 2022) di non avere alcuna documentazione in proposito analogamente alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brescia (nota prot. n. 13707 del 4 luglio 2024), mentre la Regione Lombardia aveva comunicato (nota del 21 giugno 2022) la sussistenza di autorizzazione venatoria valida fino al 2012, poi nuovamente richiesta dal 2022.
In Lombardia gli appostamenti fissi di caccia sono autorizzati ai sensi della legge regionale Lombardia n. 26/1993 e s.m.i. (art. 25, comma 5°), tuttavia non si ha certezza del rispetto della normativa di tutela paesaggistica (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e urbanistico-edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.).
La giurisprudenza costituzionale ha affermato chiaramente che non compete al legislatore regionale disciplinare ipotesi di esenzione, rispetto ai casi per i quali la normativa dello Stato subordina l’esecuzione di un intervento al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica (es. Corte cost. n. 66/2012), posto che tale istituto persegue, finalità di tutela dell’ambiente e del paesaggio, rispetto alle quali la legge regionale, nelle materie di propria competenza, può semmai ampliare, ma non ridurre, lo standard di protezione assicurato dalla normativa dello Stato e penale.
Così ha affermato la Corte costituzionale anche in tema di appostamenti fissi di caccia (Corte cost. n. 139/2013) e di analogo orientamento è la giurisprudenza penale (vds. Cass. pen., Sez. III, 7 luglio 2016, n. 28233).
In Veneto, un’ampia campagna di accertamenti e interventi ha portato negli anni scorsi all’intervento della magistratura, della polizia giudiziaria e di varia amministrazioni locali con alla successiva rimozione di numerosissimi altane e capanni di caccia abusivi e al conseguente ripristino ambientale.
Nella Regione Lombardia sono decine di migliaia gli appostamenti fissi di caccia, circa 8 mila solo nella Provincia di Brescia.
Per andare a caccia si può costruire quello che si vuole?
Difficile sostenerlo, per ora alcuni appostamenti fissi di caccia – evidentemente non autorizzati – sono stati demoliti.
Negli anni scorsi, dopo anni di denunce e istanze ecologiste, anche gli appostamenti fissi di caccia sul Lago d’Iseo erano stati finalmente rimossi.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) Brescia
In foto Tordo sassello e Tordo bottaccio – due delle specie delle quali si fanno stragi ai capanni di caccia