Isolamento, privazioni, violenze, abbandono e morte.
Il vero volto della vita dei cani da caccia svelato da LAC e LAV
L’interpretabile concetto di amore
Così come è interpretabile l’amore per la natura, lo è anche quello per i cani, che per la maggior parte dei cacciatori sono soltanto strumenti (non per niente sono definiti ausiliari) finalizzati alla cattura e all’uccisione di specie animali selvatiche.
La maggior parte dei cacciatori “seleziona” il cane non per condividere con lui una relazione affettiva, ma piuttosto in base a olfatto, resistenza fisica, velocità e forza. I cani meno prestanti, gli anziani, i malati, in genere finiscono per strada o nei canili , come testimoniano i numerosi rifugi interpellati nella nostra indagine.
E pensare che questi cani sono tra i più emotivamente legati all’uomo e vivono in costante stato d’ansia in sua assenza.
http://https://youtu.be/XXk5W5NLwic
http://www.bresciatoday.it/cronaca/calcinatello-abbandono-cani-da-caccia.html
Che siano da ferma, da seguita, da cerca, da tana o da riporti, Pointer, Bracco, Spinoni, Segugi e tutte le altre sfortunate razze selezionate dall’uomo vivono quasi sempre richiusi in serragli di superficie ridotta in cui il naturale movimento fisiologico è di fatto impedito, tanto più se in condizioni di sovraffollamento. Il più delle volte i serragli sono ubicati in luoghi isolati pertanto i cani vivono in condizioni di totale confinamento, in mancanza di stimoli sensoriali, a volte persino di luce. La socialità del cane in queste condizioni è completamente inibita come anche i comportamenti etologici basilari per queste razze come fiutare, correre ed esplorare; spesso sopraggiungono comportamenti stereotipati, quasi mai rilevati e perseguiti dalle Forze dell’ordine.
Da indagini in molti casi la somministrazione di cibo era sporadica come la pulizia del serraglio e la sostituzione dell’acqua, i cani si nutrivano di cibo avariato e convivevano con i propri escrementi. Quasi mai i cani escono dal serraglio nell’arco dei 6 mesi che precedono la stagione venatoria, tranne i casi in cui il cacciatore utilizzi zone dedicate all’addestramento. Nel periodo in cui sono confinati nei serragli, passano ore esposti alle rigide temperature invernali, alle torride temperature estive, senza possibilità di riparo dall’umidità e costretti a convivere con odori nauseabondi.
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Periodo della “bonifica” (marzo-aprile e agosto-settembre)
Nei periodi di rilascio della selvaggina (destinata a diventare carniere dei ca
cciatori), nelle zone di caccia viene spesso attuato un vero e proprio sterminio illegale di qualsiasi predatore che i cacciatori considerino competitore. Questa strage silenziosa e sconosciuta avviene con lo spargimento di bocconi avvelenati che, sovente, sono inghiottiti da animali domestici.
Molti i casi di cronaca pubblicati su giornali, e anche se non sempre si riesce ad individuare chi sparge bocconi avvelenati, desta sospetto che questi episodi avvengano per lo più nel periodo del pre-rilascio della selvaggina destinata a “pronto cattura”.
http://www.trentotoday.it/cronaca/volpi-morte-bocconi-avvelenati-besenello.html
Periodo pre apertura caccia (agosto-settembre)
Comincia l’addestramento il cui obiettivo è la totale sottomissione del cane che diviene uno strumento asservito al volere del cacciatore. Ogni mezzo è (il)lecito: collare elettrico, bastoni, pungoli sono largamente diffusi. In questo periodo avvengono anche le selezioni dei cuccioli per verificarne le capacità. I cani non considerati idonei sono ceduti a canili o privati, più spesso abbandonati o uccisi. Link cronaca
Le prassi dell’addestramento possono essere cruente e illegali. Da testimonianze raccolte: in base al tipo di caccia cui sono destinati, i cani sono chiamati a inseguire quaglie intenzionalmente ferite, lepri con zampe preventivamente spezzate, cinghiali catturati in natura. Quaglie e lepri sono sovente sbranate ancora vive. Il confronto con il cinghiale può provocare ferite così gravi che il cane muore o viene abbattuto, anche per evitare i costi delle cure veterinarie e il mantenimento di un cane non più efficiente. L’addestramento dei cani da tana avviene riproducendo cunicoli artificiali e prevede che il cane insegua la volpe fino a che questa si ripara in una zona apposita, con grata che evita il contatto con il cane, ma da indagini in questo ambito è stato rilevato che l’addestramento raramente è sottoposto a controllo degli organi preposti alla vigilanza, e che avviene anche con volpi appositamente ferite.
Periodo venatorio (ottobre-gennaio)
La caccia è aperta: il cacciatore preleva il fucile dalla fodera e…il cane dal serraglio.
LIBERO e FELICE?
Contrariamente a quanto affermano i cacciatori, lungo tutto il periodo venatorio il cane vive in uno stato di forte stress e di continuo condizionamento. Quello che viene spacciato per gioco e divertimento è, spesso, il risultato di un percorso di alienazione e costrizione cui il cane è perennemente sottoposto.
Durante questi quattro mesi i cani “usa e getta” dovranno affrontare combattimenti con animali feriti, con il rischio di essere colpiti da altri cacciatori; rischiano di essere picchiati se non depositeranno subito la preda fra le mani del cacciatore e di essere abbandonati o abbattuti se non soddisferanno le aspettative.
Cosa puoi fare tu?
I cani da caccia non sono cani di serie B e, giuridicamente, godono di tutti i diritti dei loro simili. Segnala alle forze dell’ordine ogni maltrattamento, abbandono e uccisione.
In caso di dubbi non esitare a contattare la LAC o la LAV per una consultazione.
Inoltre, FIRMA anche tu la petizione #BASTASPARARE su lav.it per FERMARE LA CACCIA per legge.
Cosa puoi fare?
I cani da caccia, non sono cani di serie B e giuridicamente godono di tutti i diritti dei loro simili.
Segnala alle forze dell’ordine ogni maltrattamento, abbandono e soppressione. In caso di dubbi non esitare a contattare la LAC o la LAV per una consultazione.
Inoltre firma anche tu la petizione #BASTASPARARE su lav.it per fermare la caccia per legge.