CHIUSURA DELLA STAGIONE VENATORIA.  LAC: ” LA POLITICA CAMBI APPROCCIO SUI TEMI ATTINENTI ALLA FAUNA SELVATICA”.

 

Il 31 gennaio si conclude, nella maggior parte delle regioni italiane, la stagione di caccia 2018/19. Previste ancora prosecuzioni per la caccia ai corvidi e al colombaccio in alcune porzioni d’Italia, e locali cacce di selezione con carabina ad altri ungulati, come il capriolo e del daino.

Numerose le sospensioni o gli annullamenti di parti importanti dei regolamenti stagionali di varie regioni, da parte dei Tribunali Amministrativi Regionali, su ricorso di LAC ed altre associazioni per la tutela della fauna.

Secondo la Lega Abolizione Caccia, ai  milioni di vittime fra gli animali selvatici  si sono aggiunti  -nella stagione venatoria appena trascorsa-  anche decine di “incidenti”, con morti e feriti; molti i cacciatori coinvolti, ma non sono stati risparmiati cittadini estranei all’ attività venatoria,come sportivi, raccoglitori di funghi, escursionisti.

Sempre frequentissime le segnalazioni di violazioni in materia di rispetto della pubblica incolumità  e delle  distanze minime di sparo e di movimento con fucile carico in prossimità di abitazioni, strade e luoghi di lavoro; non giova , in tal senso, lo scarso turnover del personale pubblico di vigilanza venatoria preposto ai controlli.

Ancora in gran parte inattuato il Piano nazionale di contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici , approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel marzo 2017.

E’ stata anche una  stagione di bracconaggio (con centinaia  di esemplari abbattuti appartenenti specie assai rare e protette: ibis eremita , aquila del Bonelli, aquila reale, )  che  in parte  si sovrappone all’attività venatoria ; si ricorda che , mediamente, 8 violazioni su 10 sono commesse da soggetti in possesso di licenza di porto di fucile.

Al problema delle “sacche” territoriali ove la caccia di frodo è ancora sostenuta (es. : Delta del Po, porzioni della Sardegna, Capitanata, isole minori siciliane, costiera amalfitana, isole campane,  l’intera provincia di Brescia, ecc.), si aggiunge la continua legislazione regionale illegittima, perché in contrasto con disposizioni statali, con una dozzina di leggi regionali impugnate presso la Corte Costituzionale negli ultimi 10 mesi (in primis di Liguria, Marche e Lombardia).

Nemmeno orso e lupo sono formalmente al sicuro dalla furia ignorante  di amministratori regionali demagoghi, come nel caso di Trentino ed Alto Adige, sempre impegnati -anche di recente- a richiedere deroghe per l’uso dello schioppo verso i grandi carnivori selvatici.

Nessuna specie è al sicuro durante la caccia neppure quella umana.

 

 

LEGA ABOLIZIONE CACCIA

UFFICIO STAMPA

31 gennaio  2019

 

 

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