SI CONCLUDE LA STAGIONE DI CACCIA
L’attività venatoria, tra ingordigia ed infrazioni comunitarie, resta una minaccia alla biodiversità.
Al tramonto di giovedì 30 gennaio 2025 si concluderà la stagione venatoria 2024/25 per la maggior parte delle specie cacciabili; in altri periodi primaverili ed estivi di quest’anno potranno proseguire, in alcune regioni, le cacce di selezione con uso di carabina a cervi, daini, caprioli e camosci.
Gli attuali 470.000 cacciatori italiani, ormai un vero corpo estraneo alla ruralità e al territorio agro-silvo-pastorale, restano una minaccia per la residua biodiversità, nonostante il trend delle licenze in calo da molti anni.
Permane un sensibile fenomeno di mancato rispetto per leggi e regolamenti del settore, con un numero ancora troppo alto, ad esempio, di abbattimenti di esemplari di specie protette, mancato rispetto delle distanze di sicurezza da strade e abitazioni, ampia diffusione dei vietatissimi richiami elettroacustici.
Il “Piano di Azione per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”, varato dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2017, è rimasto sostanzialmente inattuato, con un progressivo decremento del personale pubblico di vigilanza degli enti territoriali.
Nel febbraio 2024 l’Italia è stata messa in mora dalla Commissione Europea, nell’ambito di una procedura di infrazione per il mancato rispetto della Direttiva “Uccelli” e del regolamento comunitario REACH per il bando dell’uso di cartucce al piombo nelle zone umide.
I calendari venatori regionali per la stagione appena conclusasi di Marche, Veneto, Campania, Umbria, Lombardia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Piemonte, sono stati parzialmente ritenuti illegittimi riguardo ad alcune specie cacciabili e relativi periodi di attività venatoria, a seguito di specifiche ordinanze o sentenze di merito dei TAR o del Consiglio di Stato, cosa che ha permesso di salvare numerose migliaia di vite animali . Un risultato frutto dei ricorsi di varie associazioni di protezione ambientale, fra cui la LAC (Lega Abolizione Caccia ).
Resta sullo sfondo l’assoluta incapacità del Ministero Agricoltura e degli assessorati regionali competenti (ma verrebbe da dire “incompetenti”) a gestire correttamente e senza clientelismi il tema della salvaguardia del nostro patrimonio faunistico, per quanto attiene alle popolazioni selvatiche di mammiferi ed uccelli, con particolare riferimento alle specie migratrici.
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