Elezioni europee: chi vuole distruggere la fauna selvatica?
Si avvicinano le elezioni europee, la data è dal 6 al 9 giugno e, in mezzo alle tante promesse del mondo politico, chi ha a cuore le sorti di animali e ambiente deve destreggiarsi per capire come rendere utile il proprio voto.
Delusi dalle precedenti rappresentanze c’è chi vorrebbe astenersi lasciando campo libero ai voti altrui o si affida a frasi tipo:
“In fondo sono tutti uguali” ; “la politica non mi interessa” ; “Chi ha mai fatto qualcosa di concreto contro la caccia?”
“I politici non mantengono le promesse, fanno solo propaganda”. E così via…
Votare alle elezioni Europee invece è molto importante, vi spieghiamo perché
L’ astensionismo politico adoperato quale strumento di protesta si traduce in un consolidamento del potere dei partiti
Il crescente astensionismo e una certa disaffezione verso le rappresentanze politiche ha favorito l’elezione di partiti e loro rappresentanti di spicco che sono al governo in Italia e in altre nazioni europee e che alcune promesse hanno iniziato a mantenerle.
Ci riferiamo ai partiti al momento al governo in Italia che hanno sempre promesso che avrebbero favorito il mondo della caccia, che avrebbero demolito le leggi contro gli illeciti venatori, che avrebbero tolto ulteriore spazio alle associazioni ambientaliste, che avrebbero liberalizzato il mercato delle armi, che avrebbero permesso uccisioni indiscriminate di animali selvatici, che avrebbero lottato contro ogni tipo di presunta “invasione”, compresa quella che, a loro dire, è provocata da alcuni malcapitati rappresentanti della fauna selvatica come cinghiali, nutrie, lupi, ghiri, e tutti gli altri della lista.
Ebbene sì, tutte queste promesse sono state mantenute e, già dai primi momenti di vita del governo Meloni, i tre partiti di centro destra hanno iniziato a lavorare duro per demolire ciò che resta delle leggi a protezione di fauna e ambiente. In poco tempo hanno esaudito la maggior parte dei desideri della loro base di elettori legati al mondo della caccia e delle armi.
Di seguito una breve lista delle malefatte più clamorose solo a livello nazionale:
-Poco dopo l’insediamento del Governo, al finanziamento dello Stato con un milione di euro annui prelevato dagli introiti della sovrattassa sulla licenza di porto di fucile e versato alle associazioni venatorie, mezzo milione è stato “scippato” a tutti gli italiani e aggiunto a questo fondo. Avremmo preferito che le nostre tasse fossero state destinate a sanità o a bisognosi.
– Dopo soli due mesi dall’insediamento del nuovo Governo inizia l’iter che ha portato all’approvazione dell’emendamento “caccia selvaggia”, grazie al quale i cacciatori possono, attraverso piani di controllo, uccidere durante tutto l’anno e a qualsiasi ora, anche nelle città e nei parchi.
– Fratelli d’Italia porta una proposta di legge per dare il fucile in mano ai sedicenni.
– Nel mese di giugno 2023 il Governo ha adottato il Piano straordinario per la gestione e contenimento della fauna selvatica, che consente alle Regioni e alle Province autonome di approvare piani di abbattimento di qualsiasi specie di fauna selvatica ritenuta arbitrariamente “pericolosa”, senza criteri scientifici, in qualsiasi periodo dell’anno con qualsiasi mezzo, anche quelli finora vietati . Ad es. armi di precisione con ogni tipo di calibro, visori notturni, termocamere, infrarossi, utili a scovare gli animali in ogni dove e silenziatori, tanto cari ai bracconieri.
– Il Governo Meloni ha aggirato il regolamento europeo sul piombo nelle munizioni, altamente tossico per persone, animali e ambiente, entrato in vigore lo scorso 15 febbraio, che ne limita l’uso nelle zone umide. Con una circolare interministeriale (Agricoltura e Ambiente) ha ridimensionato il Regolamento Eu: dove era prevista una sanzione penale, è stata introdotto una piccola sanzione amministrativa e ha ridotto al massimo le ipotesi in cui un’area viene classificata come zona umida.
– Infine il centrodestra ora va all’assalto definitivo della legge sulla caccia con l’intenzione di stravolgerla del tutto. I partiti di maggioranza sono uniti nel sostenere la proposta della Lega, che prevede:
- caccia libera su tutto il territorio nazionale
- sette giorni su sette (dunque cancellando i due giorni di silenzio venatorio)
- caccia per più di cinque mesi, durante i quali non sarà mai garantita la sicurezza per escursionisti e amanti della natura.
- caccia in tutte le forme consentite, persino coi visori termici
- riduzione delle già ridicole sanzioni contro chi spara in periodi vietati e nei terreni privati vietati alla caccia
- gravissimo attacco alle associazioni ambientaliste, il cui prezioso lavoro di salvaguardia della legalità verrà cancellato con un colpo di mano, non potendo più impugnare i calendari venatori delle Regioni di fronte ai giudici amministrativi.
- che il bracconiere non sia più sottoposto, dopo una sentenza di condanna definitiva, anche alla sospensione della licenza di porto di fucile per un periodo da uno a tre anni.
- Una enorme sanatoria per i bracconieri che trafficano illegalmente (e utilizzano) i richiami vivi per la caccia d’appostamento.
All’interno di questi partiti potrebbe anche esserci qualche anima con una sfumatura “animalista”, ma al momento è impossibile che questa possa trovare spazio all’interno di una linea di partito così netta e schierata a favore del mondo venatorio.
Tutto questo non vuol dire che gli altri partiti abbiano un chiaro interesse verso l’abolizione della caccia, ma quanto meno non hanno questa urgenza e indirizzo di partito nell’assecondare gli interessi di chi è dichiaratamente contro animali e ambiente.
Le prossime elezioni europee saranno fondamentali e il nostro voto potrà salvare ambiente e animali.
L’Europa è sede di ricorso per leggi statali inique e sede di emanazioni di Direttive e Regolamenti che interessano tutti gli Stati membri.
Dobbiamo quindi impegnarci al massimo per capire quali rappresentanti politici potranno essere dei reali interlocutori per la difesa di animali e ambiente.
Invitiamo tutti i soci e simpatizzanti della LAC ad approfondire le direttive politiche dei diversi partiti e le intenzione dei singoli candidati, così da poter dare al voto il peso che merita e agli animali qualche speranza di cambiamento. Se non invertiamo la rotta adesso e continuiamo a lasciare mano libera a “certe” realtà, a breve non avremo strumenti per lottare e non resterà più nulla da tutelare…
Bisogna identificare i candidati che hanno dimostrato un reale impegno in favore di animali e ambiente e considerare il fatto che il sistema elettorale complica le nostre scelte anche con la soglia di sbarramento del 4%.
I partiti che non supereranno questo valore non eleggeranno nessun candidato e i loro voti verranno distribuiti proporzionalmente ai partiti eletti, con il rischio che il voto di un animalista/ambientalista finisca a un cacciatore, visto che i tre partiti di cui parlavamo inizialmente godono ancora di un grande consenso…
Approfittiamo di queste settimane per prepararci, per informarci, per chiedere risposte chiare a chi andremo a votare. Ogni mancata risposta e ogni silenzio su queste questioni ci deve preoccupare, insospettire e farci passare al prossimo candidato senza voltarci indietro.
Invitiamo tutti e tutte a chiedere, anche come privati, quali sono le intenzioni in tema di caccia in tutte le sue forme, anche quando si presenta come caccia di selezione o “controllo” faunistico.