Finalmente la legge Nature Restoration Law è stata approvata!

E’ passata sul filo del rasoio l’approvazione della Legge EU Nature Restoration Law, grazie al voto dell’Austria che ha sul finale votazioni cambiato posizione e fortunatamente ha deciso per un Sì.

L’Italia con il governo Meloni, nelle discussioni e votazioni ha sempre dato parere negativo: preferisce al Ripristino della natura la tutela degli interessi economici.

L’Italia, Paese con la maggiore biodiversità rispetto ad altri Stati Membri dell’Europa, ha un Patrimonio che va fortemente tutelato. Eppure da quando il governo Meloni si è insediato (fine ottobre 2022) la scelta del ministero dell’Ambiente è stata quella di contrastare ogni provvedimento ambientale, climatico e circolare che l’Unione europea ha provato ad adottare.

Grafico delle votazioni: Le molte discussioni e compromessi hanno ottenuto obiettivi meno ambiziosi rispetto alla versione iniziale proposta nel 2022.
Grafico delle votazioni: Le molte discussioni e compromessi hanno ottenuto obiettivi meno ambiziosi rispetto alla versione iniziale proposta nel 2022.

L’importanza di questa legge, per la precisione sotto forma di Regolamento per essere subito applicabile,  è dovuta al fatto che oltre l’80 % degli habitat europei versano in cattive condizioni, con zone umide, torbiere, pascoli e dune tra gli habitat più colpiti e per questo motivo si mira a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Per arrivare all’approvazione, è stato fatto un lavoro immenso con più di due anni di  mobilitazione pubblica, raccolta firme che ha superato più di un milione di firme, ripetuti appelli da parte di oltre 6000 scienziati, centinaia di imprese, organizzazioni giovanili,  associazioni ambientaliste, a difesa dell’integrità del Green Deal dell’UE. 

Tutti abbisognano di questo bene, eppure questo governo NON dimostra lungimiranza, anzi!

Fortunatamente, in questo caso, hanno prevalso decisioni  più sagge.

Cosa prevede il Regolamento Europeo?

 

L’obbligo del ripristino del 20% degli ecosistemi terrestri e marini (e il 30 per cento di territori selezionati come foreste, praterie, ecosistemi urbani, zone umide, fiumi e laghi) entro il 2030, 

di almeno il 60% entro il 2040

e di almeno il 90% a tutti gli ecosistemi scelti entro il 2050. 

Definendo altresì una serie di indicatori, specialmente per gli ambienti agricoli e forestali. Leggi qui il testo adottato  

Gli Stati membri devono inoltre garantire che queste aree non si deteriorino una volta ripristinate.

I Regolamenti a differenza delle Direttive, come dicevamo, sono direttamente applicabili ai Paesi membri dopo la pubblicazione che avverrà in queste ore nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione.

Venti giorni dopo questa pubblicazione, gli Stati attraverso Piani attuattivi, applicheranno questa legge.

Monitoreremo il comportamento del nostro governo che non eccelle in queste tematiche.

Un esempio è come si è comportato con l’attuazione del Regolamento che vieta l’utilizzo di piombo nelle zone umide, deliberando in tutta fretta una circolare e una modifica di legge a beneficio della lobby armiera e portando l’Italia ad una procedura di infrazione EU.

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