Associazioni: è l’ennesimo vergognoso regalo ai bracconieri, il Governo intervenga
Il Consiglio Regionale della Lombardia nella giornata di ieri ha approvato una proposta di legge che consente ai ristoranti di far consumare ai clienti alcuni piatti “tradizionali” a base di piccoli uccelli come la polenta e osei e lo spiedo bresciano.
La nuova norma è concepita per aggirare il divieto di vendita della selvaggina e consentirà ai cacciatori di cedere gratuitamente ai ristoranti o alle sagre gli esemplari uccisi durante la caccia: piccoli uccelli migratori dal peso di pochi grammi.
“E’ evidente – affermano le associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU e WWF Italia – come questa norma sia solo un trucco per eludere un divieto necessario a prevenire fenomeni di illegalità come il traffico illecito di uccelli morti e di richiami vivi, il furto di nidiacei o l’uccisione di specie protette. Tutti crimini di cui la Regione Lombardia detiene un triste primato, proprio a causa della domanda di uccelli selvatici alimentata dalla “tradizione” di cibarsi di questi animali. E’ anche facile intuire come questa norma rischi di creare i presupposti per la diffusione di un mercato sommerso di vendita di fauna selvatica occultata da donazione gratuita a danno degli imprenditori onesti e delle finanze pubbliche, aggravando, peraltro, l’onere a carico delle autorità pubbliche deputate al controllo”.
Questo ennesimo attacco alla tutela della biodiversità da parte della Regione Lombardia avviene, per un gioco del destino, proprio il giorno in cui la Corte Costituzionale dichiara l’incostituzionalità di una legge lombarda, a firma dello stesso consigliere regionale autore della legge votata ieri, nella parte in cui impediva alle autorità di vigilanza il controllo sugli uccelli utilizzati come richiami vivi. Il traffico illecito di richiami vivi è infatti una pratica fortemente diffusa in questa regione proprio per via della caccia “tradizionale” da appostamento fisso ai piccoli uccelli migratori destinati al mercato della ristorazione.
“Ricordiamo – concludono le associazioni – che l’Italia è sottoposta ad una particolare attenzione da parte della Commissione Europea proprio a causa del diffuso e grave fenomeno dei crimini contro gli uccelli selvatici e che il nostro Paese ha assunto precisi impegni volti ad adeguare il sistema normativo di prevenzione e repressione di questi fenomeni. E’ inammissibile che nelle regioni a più alto tasso di illeciti contro gli uccelli selvatici, come la Lombardia, le istituzioni pubbliche non sappiano fare altro che emanare leggi e provvedimenti amministrativi di segno contrario rispetto all’obiettivo di tutela della biodiversità, oggi tradotto in principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale. Questa pratica, attuata solo per meri fini elettorali e per soddisfare le lobby della caccia e delle armi, espone l’intero Paese al rischio di una pesante procedura di infrazione. Chiediamo dunque al Governo di intervenire e ai cittadini lombardi di pretendere che i propri rappresentanti si occupino del bene comune e non degli interessi di pochi”.
Oltre a questo la LAC, essendo stata testimone del pesante clima politico che si respirava in aula, ci tiene a esprimere un sentito ringraziamento ai consiglieri di minoranza del M5S, che durante la loro strenua opposizione al PDL sono stati oltraggiati da esponenti del mondo venatorio e dal comportamento disonorevole e vergognoso di gran parte dei 30 sindaci provenienti appositamente dalla Provincia Brescia, non per sostenere non interessi collettivi (depuratore del Garda, occupazione giovanile, caro bollette, sanità, ecc.) ma per comprarsi una fetta di elettorato.
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