JJ4 , un’orsa che il Presidente Fugatti vuole morta.Una ritorsione ed una condanna inaccettabile
E’ una vittoria importante, anche se c’è ancora spazio per ripensamenti in negativo, quella che la LAC, insieme ad altre associazioni e grazie all’azione dello studio legale Linzola, ha ottenuto salvando (per ora) la vita all’ormai celebre, purtroppo per lei, orsa JJ4, l’animale ritenuto responsabile dell’aggressione mortale di Andrea Papi avvenuta lo scorso 5 aprile nei boschi sopra il paese di Caldes (TN) e catturato pochi giorni dopo in un luogo non distante da dove si era verificato l’episodio che ha causato il decesso del 26enne.
Come vedremo più avanti la serie di ricorsi presentati contro le ordinanze del presidente della Provincia autonoma di Trento ha fermato la condanna a morte dell’esemplare, mentre non si hanno notizie se sono ancora vivi i tre cuccioli che stava svezzando quando è stato catturato e separato dalla prole, ma va anche ricordato che la condanna è arrivata dopo un processo farsa.
E’ infatti chiaro, in primo luogo ai veterinari che hanno dimestichezza con la fauna selvatica, ma anche a chiunque si sia preoccupato di analizzare le fonti, che mancano dati fondamentali nella ricostruzione dell’incidente.
La dinamica è fumosa, per non dire artefatta, mancano attestazioni certe delle cause della morte del giovane e relazioni dirette con l’orsa incriminata. Il caso è servito splendidamente a un’amministrazione (non la sola, purtroppo) totalmente aliena a qualsiasi conoscenza o frequentazione delle dinamiche naturali, e interessata invece a togliere di mezzo animali che nel piccolo mondo di chi non ne sa riconoscere il valore rappresentano solo un problema per l’economia e la sicurezza umane.
A Trento si fanno solo proclami deliranti sulla pericolosità di alcuni degli orsi non solo per via dei criteri di valutazione degli stessi (fingendo per esempio di ignorare che qualsiasi genitore animale che fornisce cure parentali difende la propria prole, anche in modo violento) ma anche per via di una concezione totalmente antropocentrica del concetto di ambiente che prescinde del tutto dalle esigenze delle altre forme di vita. Esigenze che si scontrano non solo con una colonizzazione economica sempre più spinta del territorio, a causa di agricoltura e interventi infrastrutturali, ma anche con una antropizzazione moltiplicata anche da un turismo invasivo, non preparato e ancora meno consapevole. Per non parlare dello sgradevole presidio del territorio da parte di cacciatori e bracconieri, di certo non entusiasti di fronte alla prospettiva di dover tornare a dividere, dopo decenni di esclusiva, la fauna selvatica di interesse venatorio con i grandi carnivori.
La verità è che alla fauna selvatica viene gradualmente rubato ogni spazio residuo, di sopravvivenza e di pace – non dimentichiamo che il governo Meloni ha modificato la legge di tutela della fauna omeoterma, concedendo ora la possibilità di cacciare anche nei Parchi – e che in questo assalto senza regole il fatto che si verifichino incidenti è assolutamente normale, per quanto doloroso.
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Una cronistoria degli eventi e delle nostre azioni legali in difesa di un’orsa accompagnata da tre cuccioli che ha semplicemente difeso
Dopo l’incidente mortale del 5 aprile, una volta identificato l’animale il presidente Fugatti emana subito un’ordinanza per la soppressione.
Con un decreto cautelare urgente n. 19 del 14 aprile 2023, il Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale di Trento, su ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia sospende l’Ordinanza dell’ 8 aprile firmata dal presidente della Provincia autonoma, quella, appunto che dispone l’abbattimento dell’orsa JJ4.
La camera di consiglio in sede collegiale viene fissata per l’11 maggio, e inizia l’attesa, anche di un pronunciamento del’ISPRA.
Nella notte fra il 17 e 18 aprile, JJ4 viene catturata con una gabbia tubo dal corpo forestale e poi trasferita al centro Casteller. Con lei vengono catturati anche i suoi cuccioli, in fase di svezzamento, che vengono liberati nonostante non fossero in grado di sopravvivere da soli. Di loro non si è saputo più nulla.
La battaglia prosegue con Fugatti che emette un secondo decreto con il medesimo obiettivo: abbattere l’orsa. Un Decreto emanato in seguito al parere fornito in merito dall’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale), letto naturalmente in senso liberatorio dalla Provincia di Trento. Il presidente segue subito le indicazioni del TAR, che aveva chiesto di rinnovare il proprio provvedimento seguendo le prescrizioni Ispra.
La Lac ricorre nuovamente insieme ad altre associazioni, sempre patrocinata dallo studio legale Linzola, e col decreto cautelare n. 20 del 18 aprile 2023, il Presidente del TAR di Trento sospende anche il secondo provvedimento integrativo di abbattimento disposto dal Presidente della Provincia il 13 aprile.
Successivamente, il Tribunale amministrativo ha rigettato l’istanza presentata dalla Provincia per anticipare al 20 aprile l’udienza relativa alla sospensione dell’ordinanza di abbattimento, fissata come detto con camera di consiglio il giorno 11 maggio, ma ha anche chiesto all’Ispra di depositare la propria relazione e il parere richiesto sull’abbattimento o il possibile trasferimento dell’orsa “in altro sito senza spese per la Provincia di Trento”.
L’ente Provincia ha risposto affermando di aver già depositato tutta la documentazione richiesta, mentre in realtà negli atti mancavano e mancano i referti sanitari sulle cause del decesso e la natura e tipologia delle ferite riscontrate sulla vittima, quelli attestanti l’individuazione dell’orsa JJ4 quale animale aggressore e la relazione formale e motivata dell’Ispra. Insomma: non è per niente chiaro cosa sia avvenuto realmente in quella giornata drammatica.
Proseguendo, il 2 maggio Il TAR ha sospeso l’ennesima ordinanza di abbattimento e ha riunito tutte le ordinanze firmate da Fugatti disponendone una trattazione complessiva in una udienza fissata il 25 maggio 2023. E in quest’ultima occasione, i giudici hanno accolto la richiesta di sospensione cautelare proposta dalla LAC e da altre associazioni ambientaliste fermando nuovamente la condanna a morte.
Ringraziamo per questo risultato prezioso l’avvocato Claudio Linzola, già un riferimento per una serie impressionante di successi giudiziari ottenuti nella difesa dell’avifauna da deroghe e illegalità infinite e capace di fare centro anche in una vicenda così divisiva ed emotivamente coinvolgente per via della morte di una persona.
Come però anticipato, l’orsa incriminata sarà tutelata fino al 27 giugno, termine ultimo per le parti per proporre motivi aggiuntivi, mentre l’udienza di merito è stata fissata il 14 dicembre.
⇒ ordinanza RG 60 2023 ordinanza RG 68/2023 ⇐
Nel frattempo, i giudici di Trento hanno sottolineato che la pericolosità dell’orsa JJ4 non è stata pienamente accertata. “La misura dell’abbattimento consegue all’affermazione della pericolosità dell’animale, ma tale affermazione non trova spiegazione nell’impugnato decreto, né nei due pareri dell’Ispra” visto che “nel caso in esame non sono stati eseguiti seri accertamenti al riguardo“, precisano i giudici amministrativi.
“Sebbene vi sia motivo di ritenere che l’aggressione del giovane Andrea Papi sia dipesa dalla presenza di cuccioli al seguito dell’orsa (…)
tuttavia non v’è traccia degli accertamenti posti in essere dalla Provincia al riguardo, perché non è stata prodotta in giudizio la documentazione richiesta (…) tanto più necessaria se si considera che anche il consulente di parte nella propria relazione, a seguito dell’esame autoptico effettuato sul cadavere del giovane, ha evidenziato la necessità di ulteriori verifiche“, hanno aggiunto i magistrati.
Entro il 27 giugno 2023 le associazioni che si oppongono a questa folle operazione di pulizia e il Ministero dell’Ambiente devono “attivarsi per formulare alla Provincia di Trento concrete proposte di trasferimento dell’orsa” in “idonea struttura” in Italia o in “Stato estero” come alternativa all’abbattimento e alla ‘prigionia’ nel centro Casteller, trovando anche le “risorse necessarie per realizzare il trasferimento, non potendo i relativi oneri gravare sulla Provincia di Trento“, si legge ancora nel provvedimento. Per i giudici Fulvio Rocco (presidente), Carlo Polidori e Antonia Tassinari ministero e associazioni – LAC -Lega per l’abolizione della Caccia e LAV – quelle che avevano impugnato l’ordinanza del presidente della Pat, Maurizio Fugatti – possono agire “sinergicamente o ciascuno nel proprio ambito“…
JJ4 è per ora salva, e con le anche MJ5 , l’altro orso che Fugatti vuole morto e che non è stato ancora catturato
La LAC continuerà a ricorrere e difendere gli animali messi nel mirino attraverso lo studio legale Linzola, anche per scrivere un punto fermo a livello giuridico, per creare un precedente che impedisca ai tanti possibili Fugatti sparsi in tutta Italia di ricorrere alla fucileria a fronte di un incidente che si poteva evitare se solo i fondi legati al Progetto Life Ursus fossero stati impiegati anche per educare la popolazione a una perfettamente possibile convivenza pacifica con i grandi carnivori.
Vogliamo gli orsi liberi!
Il vuoto di cui abbiamo accennato nelle righe precedenti viene sottolineato non da noi, ma da un soggetto super partes che non può di certo essere definito un animalista. Ecco le sue affermazioni.
Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei veterinari Italiani: “Invito i colleghi a non appoggiare certe posizioni. JJ4 non va abbattuta ci sono altre soluzioni e serve la volontà politica”. Fondamentale, ha spiegato il presidente, anche il confronto che fino ad oggi è mancato e soprattutto l’attività di informazione per la popolazione: “Se la politica vuole ascoltarci noi veterinari siamo pronti. Ora per andare oltre alla tragedia a cui abbiamo assistito serve cultura”.
DA DOVE VENGONO GLI ORSI IN TRENTINO
Il progetto LIFE Ursus
Era il 1996 quando per la prima volta si decise di reintrodurre gli orsi nelle Alpi centrali. Con il progetto Life Ursus, finanziato dall’Unione europea, la provincia di Trento, il Parco Adamello Brenta e l’Istituto nazionale della fauna selvatica prevedevano di ricostituire in qualche decennio una popolazione minima di 40-50 esemplari.
In un sondaggio effettuato tra la popolazione – parte dello studio di fattibilità – si disse a favore del progetto il 70% degli intervistati.
Gli orsi di cui JJ4 fa parte arrivano da un programma di “ripopolamento”. Un programma per incrementare una popolazione di una specie selvatica in declino a causa del disturbo umano presente in quel territorio. Gli orsi , e non solo loro, sono stati cacciati, perseguitati, avvelenati, investiti, disturbati a migliaia negli ultimi duecento anni. E se c’è una popolazione che è cresciuta molto più del dovuto e che ha alterato gli equilibri naturali, questa è certamente quella umana. Una specie che vuole tutto per sé.
Il numero di orsi e lupi in Italia è inferiore a quello del 95% degli abitanti di qualunque comune italiano. In Italia ci sono quasi 200 abitanti per chilometro quadrato. In tutte le Alpi si stima una presenza di circa 100 orsi, aumentati lievemente negli ultimi anni dopo la reintroduzione del progetto Life Ursus.
Se pur immaginassimo tutti questi 100 orsi assiepati in Trentino, che ha una superficie di circa 13.600 km2, ci ritroveremmo con ben 0,007 orsi per km2 . Questo significa che, pur volendolo incontrare, si potrebbe trascorrere una vita intera senza mai riuscirci.
Dobbiamo imparare a convivere e rispettare la natura che non deve essere esclusivamente a nostro uso e consumo. La natura, quella vera alla quale dobbiamo anche la vita, non può essere modellata a nostro piacimento, non può essere a scopo turistico e men che meno sterilizzata.
2 Comments
Manuela Reale
Ottimo articolo, la LAC si riconferma un’associazione coerente e preparata.
Daniela Lenti Boero
Avete fatto un grande lavoro per l accertamento della verità su JJ4
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