Si è svolto a Roma il 9 marzo 2024 il primo convegno nazionale del CI – TANGE, Coordinamento Italiano per la Tutela degli Ambienti Naturali dai Grandi Eventi, volto a sensibilizzare cittadini e istituzioni sulle criticità che emergono durante e in conseguenza dei numerosi eventi, musicali e sportivi, che vedono la partecipazione di migliaia di persone e minacciano gli ambienti naturali che li ospitano.
La LAC era orgogliosamente presente e ha scambiato con Silvia Filippi, che è una delle rappresentanti di spicco del coordinamento, queste considerazioni a caldo
D: Come nasce il CI – TANGE e che finalità si propone?
R: Il Coordinamento nasce durante il secondo Jova Beach Party e viene annunciato in un incontro pubblico a Cerveteri, al quale Franco Sacchetti partecipa e i rappresentanti delle locali associazioni attive sul territorio, in collegamento con le altre realtà disseminate nelle varie regioni, scelgono la strada di provare ad unire varie competenze e conoscenze tecniche, scientifiche e giuridiche per porre un freno alla deriva dilagante sollecitata a cascata dal JBP. In pratica, abbiamo pensato che ognuno di noi potesse mettere a servizio dell’altro/a la propria esperienza per rispondere ai sempre più frequenti attacchi all’ambiente.
D: Con quali mezzi e risorse?
R: Strumenti e risorse anzitutto personali e condivise, facendo leva proprio sulle attività delle rispettive associazioni, la maggior parte impegnate nel settore ambientale e della tutela. Da subito le prime associazioni aderenti hanno cercato collaborazioni per creare una rete d’intervento sui vari fronti, anche se è difficile essere presenti in tutti i contesti e situazioni, ma la logica è aiutarsi mettendo a disposizione in modo volontario le capacità per sostenersi nelle battaglie sui vari territori e addivenire a creare un dialogo costruttivo o percorsi di attuazione di norme che restano inattuate per dare spazio ad illeciti sotto la bandiera dello sviluppo economico.
D: Come si può arginare la deriva antiecoLOGICA – e sciagurata a nostro avviso – che il governo italiano ha intrapreso?
R: Anzitutto formazione, educazione e dialogo con tutte le componenti della società civile e – quanto più possibile con dati ufficiali alla mano – opporre verità scientifiche per controbattere la logica dello sfruttamento non sostenibile, propagandata anche e insensatamente dai nostri governanti.
D: La legge europea sul ripristino della natura* può agevolare chi lotta per difendere gli ecosistemi?
R: Dipende da come l’Italia adotta il provvedimento e interpreta le norme, ma se non si parte da un cambio di visione che prenda in considerazione i diritti della natura, le norme restano inefficaci ovvero parole vuote.
Il convegno è stato un ottimo momento di riflessione che ha visto intervenire relatori esperti di vari settori scientifici e personaggi istituzionali in rappresentanza degli organismi statali ed è proprio a questi elementi che occorre far sentire la forza di tutta quella enorme porzione della popolazione che non permetterà la distruzione della natura senza lottare.
*[la Nature Restoration Law, approvata dal Parlamento europeo il 12 luglio 2023]