Evidentemente non è un paese per animali selvatici, il Trentino Alto Adige/Südtirol, ma neppure per animali domestici, da reddito o meno e nemmeno le persone si sentono poi tanto bene
Trento 8 maggio 2018
Alcune vicende recenti ci possono illustrare, brevemente, di come sia declinato in salsa trentina/sud tirolese il rispetto per la biodiversità, non certamente coerente con l’immagine di eco-compatibilità ostentata.
I governi nazionali di ogni colore, negli anni scorsi hanno, vergognosamente, regalato a Trento e Bolzano pieni poteri sulla fauna, la provincializzazione del Parco (ex) Nazionale dello Stelvio e competenze (?) su caccia e pesca. Di orsi ammazzati è stato raccontato in tutto il mondo recando a tutti noi trentini, responsabili o meno, una triste fama internazionale di ammazza-mamme-orse.
I lupi, appena spontaneamente arrivati e non paracadutati come qualcuno ancora crede, sono perseguitati sia in Trentino e sia in Alto Adige/Südtirol: entrambi gli assessori competenti (?) chiedono con pubbliche petizioni alle autorità, nazionali e internazionali, le autorizzazioni alle uccisioni perché, in barba a ogni studio scientifico, il buon sudtirolese, secondo loro, non va informato e aiutato a dotarsi degli strumenti di prevenzione per imparare a usarli in modo efficace ma semplicemente aizzato a sparare.
Chi governa dovrebbe ben amministrare e informare con criteri di correttezza scientifica i propri amministrati, chi non ha ruolo di governo, invece, ricorre a manifestazioni, comunicati e petizioni. La nostra petizione, PROTEGGERE IL LUPO, partita dopo le loro per contrastarne la disinformazione e l’approssimazione li ha surclassati raccogliendo, a oggi, 44.880 sostenitori in Italia e all’estero. Avremmo voluto esporre le nostre proposte agli assessori che hanno, inspiegabilmente, ignorato il nostro invito, recapitato via PEC.
L’assessore altoatesino Arnold Schuler ha tutte le intenzioni di continuare a lasciar cacciare anche nei parchi considerando la caccia un ulteriore privilegio intoccabile quando, invece, l’unica opzione tollerabile nel mondo civilizzato è: non lasciare entrare i cacciatori, almeno nei parchi! I lupi mangiano i caprioli, ma guarda che bizzarria, e perché dovrebbero sbranarli solo i cacciatori? I lupi mangiano le pecore incustodite? Custoditele e sceglieranno altro sul menù, preferibilmente animali selvatici com’è giusto che sia. Le marmotte stanno sui prati, ma come si permettono di scavare tane e condurre la loro semplice esistenza quando sui prati dovrebbero stare solo le mucche, tante mucche, allevate con foraggio importato e causa di perdita di biodiversità?
L’assessore trentino Michele Dallapiccola, non modifica gli orari di caccia, tale modifica era stata suggerita dopo l’incidente mortale ai primi di settembre 2017 in val Rendena, quando un cacciatore settantenne venne ucciso dal compagno di battuta, che all’imbrunire lo aveva scambiato per un cervo. La normativa attuale, nazionale e provinciale, stabilisce che la caccia agli ungulati abbia inizio un’ora prima del sorgere del sole e proseguire fino ad un’ora dopo il tramonto. Malgrado il drammatico episodio, i cacciatori trentini, esultanti, potranno continuare a sparare anche in condizioni di precaria visibilità e licenziano il loro presidente perché si era espresso a favore dell’ovvio: è meglio vederci bene, se proprio si vuole sparare, o è meglio sparare nella semioscurità “’ndo coio, coio”?
Negli anni scorsi abbiamo assistito alla drammatica vicenda dei ferocissimi conigli al cimitero di Trento, vivevano tranquilli e ignari di ogni progetto cementizio/speculativo in area di archeologia post industriale, le ruspe li hanno sfrattati e non sapendo nuotare per attraversare l’Adige, si sono necessariamente rivolti all’area verde più vicina divorando (sommo orrore!) gerani, garofani e violette. Molti hanno invocato le doppiette perché, i trentini affamati, avevano bisogno del “cunel” con la polenta.
I biker, sono lasciati scorrazzare a rotta di collo su sentieri di montagna per escursionisti, anche in aree protette e, perfino, in zona frequentata da orsi. In Canada esiste segnaletica apposita che proibisce l’uso delle biciclette per non capitare all’improvviso addosso agli orsi che non gradirebbero, particolarmente, la sorpresa ma qui, pare, si aspetti l’ennesimo “incidente” per uccidere qualche altra mamma orsa innocente.
Un cane arrestato, sequestrato e detenuto per un mese perché abbaia, (accipicchia, come osa abbaiare?) non in un condominio di città ma in zona rurale, tra le vigne, in mezzo a decine di altri cani e a trecento metri dalle sensibilissime orecchie del vicino.
Taglio di molti begli alberi di alto fusto a Rovereto sia lungo i viali, sia in aree “verdi” (tra virgolette, senza alberi il verde potranno solo dipingerlo con la vernice sull’asfalto e l’ossigeno comprarlo in bombole in farmacia). Erano erosi internamente dal marciume? Abbiamo visto molte foto degli alberi malati ma quelli sani sono stati abbattuti e non fotografati per ossequio all’amministratore con tendenze da Attila. Forse le malattie degli alberi potrebbero dipendere da potature inadeguate e gestione approssimativa? Come mai all’estero si godono l’ossigeno e la frescura di alberi secolari lungo famosi viali cittadini e qui piante ancora giovani sono già rovinate?
Inoltre, ammesso e non concesso che qualcuno di quegli alberi fossero estremamente pericolosi e aggressivi (infatti erano stati segnalati alberi-bulli che strappavano via cappelli e sciarpe ai passanti) perché abbatterli proprio in primavera? Anche i più sprovveduti sanno che in primaveragli uccellini cinguettanti fanno il nido, depositano le uova, le covano e allevano i piccoli; senza essere ornitologi, ogni libriccino per bambini riporta l’informazione. Sfratto ai nidiacei e se non volano ancora, peggio per loro, avrà pensato l’amministratore, non posso bloccare i lavori per degli uccelletti e … invece sì! Se proprio si devono abbattere alberi si deve fare in autunno/inverno. Apposite disposizioni legislative nazionali e internazionali tutelano l’avifauna e sarebbe cortese e doveroso mostrare rispetto delle leggi.
Bracconaggio endemico e inarrestabile. Ovviamente le guardie e i custodi forestali vengono depotenziati mentre in minuscoli paesini con più fucili che abitanti è terribilmente arduo trovare i bracconieri. Intanto una recente indagine scientifica ci ha informati che sono stati trovati pesticidi perfino nella pupù degli orsi, e sarebbero loro i soggetti pericolosi e non i coltivatori con gli atomizzatori che diffondono sostanze cancerogene in funzione! Il biologico? Ma per carità, senza pesticidi la frutta non è abbastanza saporita! Nemmeno su un murales l’orso poteva essere tollerato: via, abbattuta anche l’immagine sul muro del bell’edificio della dogana che architettonicamente faceva figura più dignitosa dei mediocri fabbricati in vetrocemento dei paraggi.
Notizie dell’ultimo minuto ci indicano come si siano esibite le mucche “spontaneamente” musiciste in concerto per celebrare il Museion a Bolzano con i loro campanacci. Ogni mucca non desideradi meglio, ovviamente, che essere sfruttata e prosciugata tutta la vita, vedere i suoi figli scannati sistematicamente e poi inviata al macello non prima, però, di essersi esibita sui prati del Talvera. E’ stato segnalato l’attraversamento di alci ad Aldino certamente provenienti dalla confinante Lapponia; le mucche segnalate sulcartello soprastante sono quelle in viaggio per andare a esibirsi anche loro al Museion a Bolzano.
Un’Orsa maggiore scolpita nella roccia ritrovata a Menas sui pendii a valle dei masi, su un masso coppellato con una mappa astronomica, sta a segnalare che forse maggiore cura, rispetto e osservazione per gli eventi naturali, in altre epoche, è stato possibile, non come oggi che se non lo vediamo sul telefonino non siamo più in grado di stabilire se piove o c’è il sole.
Potremmo continuare con l’elenco di azioni eco-incompatibili ma il catalogo sarebbe troppo lungo. Evidentemente non è un paese per animali selvatici il Trentino Alto Adige/Südtirol, ma neppure per animali domestici, da reddito o meno, e nemmeno le persone si sentono poi tanto bene. Semplicemente la biodiversità non è tollerata se non in fotografie pubblicitarie taroccate di boschi sovraffollati di animali innaturalmente immobili e troppo vicini tra loro, per quanto a favore di fotografo di studio! Occorrerà che i bimbi avvertano Babbo Natale nelle letterine che gli scriveranno il prossimo Natale, che stia attento o abbatteranno perfino le renne volanti, nessun animale fantastico o reale in questa regione!
Ancora una volta, e seriamente, rammento che non può esistere la salute umana in assenza di complessità ecologica e la presenza di questi magnifici animali avrebbe potuto rappresentare un momento dicrescita culturale e consapevole approccio alla eco sostenibilità di tutta la popolazione regionale. È possibile la gestione della presenza dei lupi, degli orsi, degli alberi, dei cani e perfino dei conigli senza sollecitare e incentivare paure irrazionali che possono dare qualche temporaneo vantaggio elettorale, ma distruggono il capitale naturale che tutti dovremmo custodire e tramandare.
Grazie per l’attenzione
Caterina Rosa Marino
LAC Trentino Alto Adige/Südtirol