Perde ricorso in cassazione-Consigliere regionale Lombardia condannato

Il consigliere regionale di Fdi, Carlo Bravo, vice presidente della commissione agricoltura denunciato per reati in materia di caccia, perde il ricorso in Cassazione: condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Sul piano politico è semplicemente un «impresentabile», da sempre portavoce della parte più estremista e primitiva del mondo venatorio.
Ma adesso il consigliere regionale bresciano di Fratelli d’Italia Carlo Bravo sta mettendo in cattiva luce la grande maggioranza dei cittadini lombardi anche in campo giudiziario, perché nell’arco di pochi mesi ha incassato prima una denuncia penale per la caccia da capanno con uccelli con anelli identificativiconsiderati sigilli dello Stato, risultati irregolari, e poi due bocciature in serie dei suoi ricorsi contro le modalità del sequestro degli esemplari: prima dal Tribunale del riesame e poi dalla Corte di Cassazione (Sentenza n. 24747 del 21 giugno 2024 della Quinta sezione penale della Corte di Cassazione). 
In quest’ultimo caso, oltre a rigettare il ricorso e a ribadire la regolarità e la precisione delle procedure seguite nell’operazione effettuata nel Bresciano dai carabinieri forestali del Soarda nell’autunno scorso, la Corte ha condannato Bravo anche al pagamento delle spese processuali, obbligandolo a versare 3000 euro alla Cassa delle ammende.
Ricordiamo brevemente che stiamo parlando di un protagonista di primo piano di una campagna di azzeramento di tutte le forme di tutela della fauna selvatica previste dalla legge nazionale 157 del ’92 e dalla direttive europee, di un grande promotore, tra le altre cose, della cancellazione di qualsiasi possibilità di attestazione della provenienza illecita dei richiami vivi con l’introduzione di fascette identificative di plastica al posto degli anelli inamovibili, che favorisce di fatto il business del bracconaggio.
Adesso anche i più alti livelli della magistratura lo hanno censurato nel suo patetico tentativo di difesa attuato cercando di contestare l’attendibilità dei controlli e l’illegittimità del sequestro di uccelli e anellini, come se non fossero giuridicamente una «cosa sola», e adesso ci aspettiamo che i vertici della Regione Lombardia prendano non solo le distanze da tristi lobbysti come Carlo Bravo, ma anche da tutte le proposte di deregulation di cui sono portatori e che stanno portando nuovamente dritti verso una procedura d’infrazione europea ed ennesime sconfitte al TAR e sanzioni per la Regione.
Milano, 04.07.2024
ufficio stampa Lac Milano
In foto: Richiamo vivo (foto da archivio)
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