Diario del campo antibracconaggio Ponza 2024
Di questi giorni la notizia del fermo di un uomo identificato e denunciato grazie all’instancabile lavoro dei nostri volontari, con la collaborazione del NIPAF di Latina e dei carabinieri della Stazione di PONZA
Non è per niente facile cercare di sorprendere uccellatori e sparatori primaverili in un’isola in cui si conoscono tutti e nella quale tutti sono pronti a segnalare la presenza di persone non residenti arrivate proprio per impedire la strage.
Ecco perché quest’anno il tradizionale campo antibracconaggio della LAC sull’isola di Ponza è stato interamente «podistico». Niente ricorso ai mezzi di trasporto pubblico, e tanti, tantissimi chilometri macinati ancora col buio, in molte direzioni, passando in silenzio tra orti, case e tratti di vegetazione mediterranea.
I nostri volontari hanno percorso una media di 10 chilometri al giorno, spaziando da un minimo di otto a un massimo di 27, e la reazione dei bracconieri locali, infastiditi dal fatto di non poter essere più informati in tempo reale dai conducenti dei mezzi pubblici, è stata patetica: riproponendo qui come ovunque il principio «padroni a casa nostra» si sono lamentati parlando di sconosciuti sospetti in movimento a tutte le ore che creavano intralcio e pericolo alla circolazione. Manco avessero attraversato il raccordo anulare di Roma.
Detto che nessuno dei nostri è stato multato per sorpassi azzardati fatti correndo a piedi sulle mulattiere, la sintesi estrema del campo è la seguente: a Ponza il trappolaggio e la caccia primaverile ai piccoli uccelli protetti (e alle tortore selvatiche e alle quaglie) non è un ricordo del passato. Lo dimostrano il ritrovamento di nuove postazioni di sparo, di tagliate per reti da uccellagione e di trappole in uso e immagazzinate. Oltre alla ricorrente presenza nei luoghi storici della caccia illegale di «sorveglianti» in attività già alle prime luci dell’alba.
Rispetto allo scorso anno, l’unico miglioramento è stato rappresentato dall’assenza apparente di depositi di munizioni pronte all’uso (forse le avevano semplicemente nascoste ancora meglio) e dalla scomparsa dei cumuli di bossoli esplosi: nel 2023 i nostri volontari ne avevano raccolti a migliaia, mentre quest’anno, pare dopo incontri di sensibilizzazione sul tema, gli sparatori ponzesi hanno provveduto anche strategicamente a lasciare meno tracce sul terreno.
Una delle poche, evidenti, di caccia primaverile è stata rappresentata dal rinvenimento di munizionamento nuovo in un orto nella località Monte Core, dove oltre alle cartucce calibro 12 sono state trovate sagome scorrevoli di plastica di colombaccio e turdidi collocate su un filo sospeso in aria, tre postazioni di tiro e anche alcune «schiacce»: oscene trappole a caduta che appunto stritolano gli uccelli attratti da un esca grazie a un meccanismo che innesca la caduta di una pesante pietra.
Le schiacce sono apparse anche in altre località dell’isola, e in un caso l’uccellatore di turno si era forse dimenticato di portare via un usignolo reso quasi irriconoscibile dal peso che lo aveva ucciso.
Ma i nostri volontari hanno individuato anche un’altra postazione di caccia nella zona del faro con i resti di un rapace e bossoli esplosi recentemente,
tagliate per reti a Monte Core e un deposito di «sep», mini tagliole metalliche per la cattura dei piccoli insettivori, nell’area della Specola di San Silverio, nei cui orti sono state trovate anche le tracce del collocamento delle trappole.
Come sappiamo bene, nel cuore del passo migratorio basta un utilizzo estemporaneo, anche per pochi minuti, di trappole dotate di esche vive per attrarre facilmente moltissimi piccoli insettivori affamati dopo il faticosissimo volo sul Mediterraneo.
Gli uccellatori lo sanno bene, così come sanno quando attendere che i migratori arrivino a portata di fucile.
L’elemento positivo è che anche in questa primavera abbiamo reso loro la vita difficile, consentendo a migliaia di stiaccini, culbianchi, averle capirosse, gruccioni, rigogoli, cannareccioni e tortore selvatiche che abbiamo visto sostare su Ponza di riprendere indenni il volo verso Nord.
La nostra presenza ha fatto sì che molte vite siano state salvate e il ritrovamento delle trappole innescate ha portato al fermo e denuncia di un bracconiere da parte del NIPAF di Latina, in collaborazione con i Carabinieri della Stazione di Ponza, unitamente ad altre denunce per gli illeciti scoperti.
Vi aspettiamo per il campo del prossimo anno e per quelli a venire alla fine dell’estate e in autunno, e speriamo nel vostro sostegno anche finanziario per continuare nel presidio del territorio e nella protezione dell’avifauna.