PETIZIONE CHIUSA
Petizione contro il lupo? No grazie: VIVA I LUPI!
14 marzo 2018
La recente petizione di Arnold Schuler (SVP) assessore provinciale all’agricoltura, foreste, protezione civile e comuni della Provincia Autonoma di Bolzano chiede:
“Sul piano europeo, che si adottino immediatamente le necessarie misure per abbassare il livello di tutela del lupo;
Sul piano nazionale, che si adottino immediatamente le necessarie misure per rendere possibile il prelievo controllato del lupo in Alto Adige, in armonia con le direttive europee.”
Vuole cioè rendere i lupi cacciabili in modo da offrire risposte facili al suo elettorato di cacciatori/allevatori/agricoltori impermeabili a qualunque informazione scientifica e alle efficaci buone pratiche di prevenzione dei danni. Non dimentichiamo che, nella regione Trentino Alto Adige/ Südtirol e quindi anche nella Provincia Autonoma di Bolzano, nel prossimo autunno si voterà e l’SVP deve darsi immagine maschia, forte e autoritaria (mai autorevole). Noi, e quanti sottoscriveranno questa nostra petizione, siamo decisamente contrari a tali proposte che consideriamo fuori da ogni logica.
LAC LEGA ABOLIZIONE CACCIA TRENTINO ALTO ADIGE/SÜDTIROL CHIEDE:
- A livello delle istituzioni europee che il grado di tutela del lupo sia mantenuto e aumentato nella fascia più alta;
- A livello delle istituzioni nazionali:
- Che si respingano le pretese di abbassare il grado di protezione elevandolo;
- Che si educhi la popolazione all’uso dei metodi di prevenzione che si sono, ampiamente, dimostrati efficaci laddove sono realizzati correttamente;
- Che si adottino finalmente risolute ed efficaci strategie atte a eliminare il fenomeno del bracconaggio;
- Che non si diano ulteriori possibilità di uccisione (oltre ai casi eccezionali già previsti dalle norme vigenti, ma mai presentatisi) in armonia con le direttive europee.
Premesso che il lupo non attacca l’uomo e preda animali d’allevamento quando li trova incustoditi, il territorio alto atesino avrebbe diritto a una gestione, concretamente, a favore di ambiente e animali e della convivenza civile tra la sfera di antropizzazione e la sfera di vita selvatica che in molte occasioni si sovrappongono e possono convivere con reciproco vantaggio; una gestione a favore del reinsediamento naturale dei lupi e contraria all’attuale sovra sfruttamento dell’ambiente. La presenza dei grandi carnivori e della ricca fauna selvatica avrebbe potuto essere occasione di crescita culturale e civile qualificata dal punto di vista della sostenibilità ambientale, e invece ancora una volta si sceglie la strada dell’arroccamento su posizioni arcaiche e prive di alcuna giustificazione né scientifica né economica né di evoluzione culturale.
Il turismo qualificato ama le aree dove gli ambienti e gli animali selvatici sono realmente tutelati; proprio adesso che le misure lungimiranti prese in passato stanno dimostrando efficacia e i lupi tornano, del tutto spontaneamente, a ripopolare le montagne non si può tornare indietro e demolire il lavoro paziente di quarant’anni a protezione di animali preziosissimi per il mantenimento di un equilibrio ecologico perfetto che solo gli animali selvatici possono garantire e non l’intervento sparatutto di cacciatori presi dalla frenesia sanguinaria.
Il territorio alto atesino e i suoi abitanti potrebbero trarre vantaggio dal dimostrarsi (davvero!) terra vocata alla convivenza pacifica tra gli uomini e le loro attività economiche e gli animali che popolano la natura selvaggia nei pochi lembi di territorio in cui ancora è presente e salvaguardata. Il fragile ambiente di montagna è posto, seriamente, in pericolo dalla pretesa di allevare in montagna bestiame in impossibile concorrenza con gli allevamenti di pianura e, contemporaneamente, di poter accogliere milioni di turisti abbagliati da discutibili serie televisive con sceneggiature improbabili e approssimative e non di certo dalla preziosa, salvifica presenza di lupi, orsi e rarissime linci. Anche in questa celebrata montagna alto atesina, solo apparentemente sana ed ecocompatibile, non si seguono più i ritmi, le risorse e le possibilità offerte dai luoghi.
Avvertiamo una sorta di schizofrenia nella gestione ambientale dell’Alto Adige/Südtirol: da un lato l’immagine edulcorata e fasulla che si vuole offrire, a fini promozionali, di un paesaggio intatto e un ambiente naturale custodito come sotto una campana di vetro; dall’altro la triste realtà di cacciatori, allevatori e contadini che pur non costituendo la maggioranza della popolazione continuano ad avere un enorme e ingiustificato potere d’influenzare le decisioni politiche a discapito di ogni ragionevole e scientificamente dimostrata argomentazione.
In Alto Adige/Südtirol si preferisce un ambiente naturale levigato ma vuoto, privo di spessore e di reale biodiversità. L’inquinamento, il bracconaggio, la caccia indiscriminata, perfino ad animali altrove protetti, perfino nei parchi; il maltrattamento degli animali sia selvatici sia domestici esiste e aumenta tanto quanto e più delle altre regioni italiane anche se ben poco trapela sugli organi d’informazione. In tutto il mondo cresce la consapevolezza che la salute degli umani passa indiscutibilmente per la salute e la reale difesa di animali, ambiente e paesaggio ma questo è un concetto che in Alto Adige/Südtirol, oggi, fa fatica a essere compreso.
Alcuni scienziati di larga fama che da decenni tengono vivo il dibattito sul fondamentale tema della biodiversità si augurano, per il bene del pianeta, per interrompere la terribile spirale di estinzioni provocate dalle attività umane sempre più aggressive, di proteggere, addirittura, metà del pianeta a favore di paesaggi, ambienti fauna e flora selvatica; in Alto Adige/Südtirol, invece, non si ascoltano i messaggi di speranza nel futuro della Scienza ma le argomentazioni di morte e sterminio della parte di potere, la meno riqualificata della sua popolazione.
“Scompariremo e sarà tutta colpa nostra”: l’ultimo avvertimento del grande scienziato Stephen Hawking scomparso proprio oggi.