SICILIA- sentenza del TAR anticipa le date di chiusura della caccia a turdidi, beccaccia ed acquatici
Ancora una vittoria sul fronte dei calendari venatori regionali illegittimi, anticipata la chiusura della caccia in Sicilia.
Come successo in Campania e Emilia Romagna, anche in Sicilia per varie specie la stagione venatoria terminerà anticipatamente grazie ai nostri ricorsi.
E’ stata infatti pubblicata il 20/12/2022 la sentenza n. 3691 della terza sezione del TAR Sicilia, relativa al ricorso proposto da LAC- Lega per l’Abolizione della Caccia, insieme con WWF, Legambiente Sicilia, LIPU, ENPA , LNDC, a seguito dell’impugnazione del calendario venatorio siciliano per la stagione 2022/23.
Il TAR ha riconosciuto l’ illegittimità del calendario impugnato nelle seguenti parti: preapertura del prelievo alle specie tortora e coniglio selvatico; prolungamento del prelievo di Beccaccia, Cesena, Tordo bottaccio e Tordo sassello oltre il 10 gennaio; apertura del prelievo della tortora selvatica e sistema di rilevazione e monitoraggio degli abbattimenti predisposto dalla Regione Siciliana, ritenuto inadeguato ed inefficace; svolgimento delle attività di allenamento/addestramento dei cani nelle 3 settimane anteriori al 1 settembre.
In relazione al “periodo di addestramento dei cani”, il parere dell’ISPRA si esprimeva nei seguenti termini: “A giudizio di questo istituto l’attività di addestramento cani dovrebbe avere inizio non prima dei primi giorni di settembre in quanto precedentemente alcune specie non hanno completato la riproduzione o vi è ancora una dipendenza dei giovani…”
Quindi per le specie Alzavola, Canapiglia, Codone, Fischione, Germano Reale, Mestolone, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione e Beccaccino la chiusura della caccia viene anticipata al 19 gennaio.
Questa nuova sentenza del TAR Sicilia afferma ancora una volta la primazia del principio di precauzione, l’importanza della conservazione della fauna selvatica, l’obbligo della motivazione rafforzata per gli scostamenti dal parere ISPRA.
Spiace rilevare che dopo anni di sconfitte giudiziarie e di danaro pubblico sperperato, le regioni continuino ad interloquire solo con chi chiede caccia senza limiti.