Altri quattro cacciatori sono stati denunciati la scorsa settimana dalla LAC Sez. Toscana,
per violazione alla Legge 221 del 2015 che prevede l’arresto da due mesi a sei mesi o ammenda da € 516,00 ad € 2064,00 per foraggiamento abusivo di cinghiali.
Durante l’investigazione le Guardie LAC hanno verificato la reiterazione di questa illecita attività da parte dei quattro, con continuo spargimento di frutta e frumento, dal mese di agosto fino alla fine di ottobre 2020 (vedi in foto).
Un vero e proprio allevamento abusivo a cielo aperto di cinghiali che, a tutte le ore (giorno e notte) si nutrivano del cibo portato dai cacciatori.
Il tutto con il solo scopo di farli crescere velocemente e tenerli sotto controllo, per il successivo abbattimento all’apertura della caccia al cinghiale, ovvero a novembre.
L’aumento delle risorse trofiche per la specie genera un significativo incremento numerico degli individui. Oggi sono considerati in soprannumero, accusati di creare danni alle colture e di provocare incidenti stradali, ma i fatti portati alla luce dalle nostre investigazioni con le continue denunce di cacciatori scoperti a pasturare di nascosto i cinghiali, parlano da soli sulla responsabilità degli appartenenti al mondo venatorio.
Questi animali sono seguiti, alimentati e abituati alla presenza dell’uomo. Vengono attirati lungo le strade e nei campi di coltivazioni con grandi quantità di cibo, al fine di farli ingrassare velocemente e concretare il successivo divertimento di sparare loro e guadagnare per la vendita della carne.
Solo nel Grossetano infatti, negli ultimi mesi sono stati denunciati una decina di cacciatori per foraggiamento abusivo di cinghiali. Tutti i fermati sono appartenenti a squadre di caccia, con un proprio territorio assegnato e di fatto hanno creato, e creano, veri e propri allevamenti a cielo aperto.
I nostri volontari, grazie alle segnalazioni di cittadini, ripetutamente e con grande impegno e professionalità sono riusciti a fotografare, filmare e segnalare all’Autorità Giudiziaria coloro che foraggiavano abusivamente e a far sequestrare anche mezzi illegali, ben nascosti, appositamente costruiti per tale scopo.
Non dimentichiamo inoltre, che dagli anni ’60 (quando i cinghiali autoctoni erano ormai quasi estinti) i cacciatori hanno introdotto sottospecie diverse dall’originaria, molto più prolifiche e di maggior dimensione a scopo venatorio, e che, solo in Regione Toscana sono oltre 100 gli allevamenti di ungulati, la maggior parte a scopo di ripopolamento.
E poi diamo la colpa ai cinghiali se sono troppi, o causano danni all’agricoltura o sono coinvolti in incidenti stradali!
Basterebbe semplicemente far pagare tutti i danni a coloro che li hanno reintrodotti, togliere tutti gli allevamenti della fauna selvatica, la commercializzazione della loro carne, e vietare la caccia.
Raimondo Silveri – Presidente LAC
LAC sez. Toscana Nov 2020
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