Trentino – Un triste “gioco” sulla pelle degli Orsi

La fauna selvatica, è Patrimonio Naturale dello Stato, un bene che è di tutti e va tutelato. Invece se ne dispone a piacimento, ad uso e consumo, come un gioco usa e getta.

È quanto sta avvenendo anche con gli Orsi, con l’ amministrazione trentina che, dopo aver immaginato di utilizzare l’immagine dell’orso come attrazione turistica, ora è propensa solo ad abbatterli senza altre possibili opzioni.

Quanto è successo in questi giorni e quello che succede da mesi agli Orsi in Trentino, mostra una incapacità e, ahimè, una totale non volontà di rispettare un piano di reintegro di questo animale che a causa della caccia e di persecuzioni si stava estinguendo.

Per salvarlo, a fine anni’90 il Parco naturale Adamello Brenta con la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto nazionale della fauna selvatica (Ispra), usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, ha dato avvio al progetto Life Ursus, finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia.

Nel 1999 il progetto è partito con la liberazione dei primi due esemplari: Masun e Kirka. Tra il 2000 e il 2002 sono stati liberati altri 8 individui, per un totale di 10 complessivi. Il progetto si è concluso nel 2004.

Dagli anni ‘90 però, non è stata fatto un serio monitoraggio, una corretta gestione dei rifiuti, una buona informazione sulla popolazione, un piano serio di coesistenza e convivenza.

Basti pensare che ad oggi gli Orsi in Trentino non sono radiocollarati. (vedi il breve Video di Filorosso Revolution con intervista al veterinario Alessandro De Guelmi, che per anni ha lavorato con le squadre di cattura degli orsi in Trentino).

Il radio collare utile a seguire i suoi spostamenti, è stato invece applicato all’Orsa Kj1 prima di ucciderla, il 30 luglio, dopo una furbesca, veloce e notturna ordinanza di abbattimento che non ha dato alle associazioni la possibilità di ricorrere al TAR e chiederne la sospensione.

L’ Orsa, di 22 anni, l’esemplare più anziano del Trentino, accompagnata da tre piccoli, aveva aggredito senza uccidere un turista francese, che non aveva riportato gravi conseguenze – l’incontro era avvenuto lontano dall’ abitato.

Kj1 turista francese Trentino - Un triste “gioco” sulla pelle degli Orsi
Dov’era il turista francese al momento dell’incontro con l’Orsa KJ1 foto tratta dal gruppo Fb “Convivere con orsi e lupi si può?”

Si sarebbe potuti intervenire senza uccidere, prima con la dissuasione, allontanandola dai paesi ora che era radiocollarata e si poteva seguirne i movimenti.

Ma è stato da subito chiaro la volontà dell’amministrazione trentina, che risponde ad un elettorato di cacciatori e allevatori che non vogliono utilizzare misure di difesa degli animali da reddito in caso di utilità, sebbene siano efficaci e sponsorizzabili da Parchi, Regioni e altre Istituzioni.

Un’ amministrazione sorda a tutti gli appelli, compreso quella della comunità professionale dei medici veterinari, oltre a quelle delle associazioni, come la nostra, che da anni conducono azioni legali a tutela degli animali e di quella considerevole parte di italiani che hanno preso a cuore la storia di Papillon M49 ora rinchiuso al Casteller in una insopportabile prigionia assieme a JJ4 e all’orsetto M89.

Vedi il breve video ella trasmissione Filorosso  Revolution Rai3  

Da 40 km al giorno alla reclusione a vita in una gabbia e spazio di 12mq , come se tu fossi legato a vita ad una sedia…è questa l’idea di coesistenza che l’essere poco umano ha degli Orsi? Al Casteller di Trento? dove una relazione di maltrattamento su questi animali dei carabinieri forestali è finita nel cassetto. In questo video M49, recluso senza aver mai attaccato l’uomo, sedato costantemente perché una reclusione del genere è insopportabile e non la si augura a nessuno. Oltre a lui, un’orsetto, M89, chiuso a vita per la sola sfortuna d’essere stato soccorso dopo una caduta in un canalone.

E di Daniza, di M57, di MJ5, di F36, quest’ultimi uccisi.

Buone pratiche fondamentali e cultura della prevenzione sono state attuate in molti Paesi, perchè non deve essere possibile in Trentino?

L’orso è un animale poco pericoloso, ma in alcuni casi può diventarlo. Sui social sono innumerevoli i video pubblicati di Orsi avvicinati da persone che per il piacere di Like sui social non hanno rispettato neppure il buon senso, con una dimostrazione di pazienza che non dobbiamo assolutamente aspettarci da parte di un animale selvatico. 

L’Orso e gli animali selvatici non cercano lo scontro e non hanno spazi, sono sempre più ridimensionati i loro ambienti ed hanno una continua invasione da parte della nostra specie, anche in altezza e zone impervie. Non c’è scampo per il selvatico.

È giusto che una sola specie domini un intero pianeta a proprio piacimento? Concedendo solo piccoli spazi “secondo propria misericordia? E per di più tagliando con le proprie strutture anche corridoi ecologici?  

Perchè è anche una questione di giustizia. E per chi vuole pensare solo al proprio tornaconto, comprenda che togliere anelli alla catena della biodiversità lo lede anche personalmente…

E per comprendere e sottolineare quanto sta avvenendo di sbagliato in Trentino riportiamo la dichiarazione della Fnovi, chiaramente non un’associazione animalista.  

La percezione che viene consegnata alla popolazione è quella di un ente pubblico che non sapendo gestire la presenza di plantigradi sul territorio, ha abbandonato almeno in parte, la gestione della convivenza, preferendo passare all’abbattimento, senza aver prima adeguatamente monitorato il fenomeno e messo in campo efficaci azioni di prevenzione. La giunta Fugatti continua a ripetere che il Progetto di reintroduzione degli orsi in Trentino è sfuggito di mano, ma finge di non sapere che l’ente che doveva monitorare e intervenire è proprio la Provincia di Trento. Quante delle azioni di prevenzione previste dal Progetto Life Ursus sono state realizzate? A che punto è l’apposizione di contenitori portarifiuti a prova d’orso? A che punto sono le campagne d’informazione per residenti e turisti sul corretto comportamento da tenere in presenza di un orso? Perché tutti gli orsi confidenti non sono stati dotati di radiocollare per poterne monitorare gli spostamenti e intervenire prontamente quando si avvicinano ai centri abitati?”…

“Scaricare il problema sugli orsi è facile – osserva la Federazione degli Ordini dei medici Veterinari – , ma serve solo a mantenere il Trentino in un continuo stato emergenziale. Le cronache raccontano di 8 aggressioni di orso a danno delle persone in Trentino negli ultimi 25 anni. È fondamentale raccogliere dati che permettano di capire come il fenomeno sta evolvendo. Quante volte in Trentino un orso incontra una persona? Quanti di questi incontri diventano aggressioni? Esistono fattori ricorrenti negli episodi accertati di aggressione da parte dell’orso? Se non si raccolgono e analizzano questi dati, difficilmente si potranno trovare soluzioni adeguate. Inseguire l’emergenza è segno di poca propensione ad affrontare i problemi in metodo scientifico”.

“Siamo consapevoli che la coesistenza con la fauna selvatica non sia sempre facile, ma l’approccio che individua l’abbattimento come unica soluzione ci vede in forte disaccordo, sia perché è lontano dai valori della medicina veterinaria moderna, ma soprattutto perché non risolve il problema, ma lo accentua con la falsa convinzione che tutti i problemi siano risolvibili non affrontandoli e cercando soluzioni condivise, ma semplicemente rimuovendoli”.

 

 

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